lunedì 17 dicembre 2012

Sabato mattina ho avuto una notizia brutta e siccome non potevo fare nulla, ho cucinato per 12 persone, poi mi sono messa un bel vestito e ho spento la testa, ho chiacchierato riso e scherzato.
Ieri sono stata fuori casa dalle 11 del mattino alle 8 di sera: un brunch, i regali, la piazza.
Se mi fermo crollo e adesso non lo posso fare.
Ora sono in ufficio, cerco di lavorare e aspetto la telefonata che mi farà capire quando dovrò partire.
Non dico quasi a nessuno cosa mi sta succedendo, che se parlo piango, e invece ho bisogno di parlare di libri e scrittori e robot. Sono paralizzata dalla paura di quello che saranno i prossimi giorni o i prossimi mesi, ma so che saprò affrontarli nella maniera giusta.
So che mi sento forte, ma impotente, ho sensi di colpa da gestire e lacrime da ricacciare i gola. Tutto il resto non conta più nulla, e le cose che fino a una settimana fa mi sembravano importanti non hanno più peso e, paradossalmente, mi sembra di poter risolvere tutti i casini di lavoro e di saper saltar fuori dai casini sentimentali. se poi riuscissi a dormire e respirare senza costringermi a farlo avrei fatto tombola.


giovedì 13 dicembre 2012

Chissà se riuscirà a nevicare oggi. Quando nevica divento u po' stupida (più del solito).
Tipo 3 anni fa (che prima della nevicata storica del 2010, c'è stata la nevicata del 2009, durata solo una notte, ma quanta bellezza), una sera di neve, una festa di Natale, e poi un locale incasinato e io che fuggo con la persona più sbagliata (Faccia di serpente) per vedere Piazza della Signoria bianca.
E la città era bellissima, e io ridevo un sacco. Perché spesso le cose sbagliate sul mometno son di una bellezza rara.

mercoledì 12 dicembre 2012

Oggi sarà una giornata difficilissima.
E non difficile per i soliti motivi: uno stronzo che non chiama, la mancanza di carboidrati, il lavoro che è troppo e io che son sempre una.
Da ieri sera tutte queste cose mi sembrano ridimensionate.
Ho paura. E mi viene da piangere (in  realtà sto piangendo nascosta dal monitor). E da un lato non ho voglia di parlare, ma dall'altro forse dovrei. Il fatto è che non voglio sguardi di pena, misti a giudizi non detti (almeno al lavoro ci sarebbero).
Trattengo, il fiato, tiro una pala in testa ai miei sensi di colpa e spero che tutto vada per il meglio.

giovedì 6 dicembre 2012

Ieri è stato qui mio papà a fare l'albero  di Natale. Che lui vuole fare l'albero di Natale in casa mia anche se stiamo a centinaia di chilometri di distanza.
Comunque dopo aver fato l'albero abbiamo giocato a "Gira la moda" e gli ho dato quasi tutti i miei jeans da portare via perché ci ballo dentro.
Cioè ormai non ho più la 46: oscillo tra la 42 e la 44 a seconda del modello e, anche se può apparire superficiale, sono veramente felice.
Sono felice perché sono stata costante e ogni kg perso è stata una conquista ( e una madonna tirata, almeno all'inizio).
Sono felice perché non pensavo di essere capace di dimagrire, e invece si.
E quindi ora so che posso fare tutto. Anche ricominciare teatro.
Viva me.

lunedì 3 dicembre 2012

Scegliere o farsi scegliere

Mi sto rendendo conto che ho un problema (solo uno direte voi, che poi voi chi?  ma vabbè).
Ho un problema a dire di no quando mi sento lusingata.
Non riesco a non cedere alle lusinghe di  un uomo (carino, interessante, ma sbagliatissimo per mille motivi) che mi  mi vede strafiga. Trattasi di quello sguardo che io e la Plett chiamiamo "sguardo a forma di cazo"; quello sguardo che ti restituisce la tua immagine più bella, con gli occhi più brillanti e ti da un sensazione di potere che fa da afrodisiaco. E, come una piccola Gertrude laica, mi ficco in situazioni improbabili (faccia di serpente, ad esempio) con uomini impegnati, o allergici all'impegno, o semplicemente stronzi solo per quello sguardo e per quella sensazione. E mentre lo faccio so che sto a fare 'na cazzata (come direbbero a Roma), ma so anche che è anche bellissimo. Che i baci dati in quelle occasioni ti lasciano senza fiato e con un sorriso da gatto che ha mangiato il topo. E penso però anche che dovrei lavorare su questa cosa, perché diventa un modo per fuggire, per lenire e per non affrontare ceri fantasmi.
Lo farò, ma non ora, che sono ancora a dieta.