lunedì 17 dicembre 2012

Sabato mattina ho avuto una notizia brutta e siccome non potevo fare nulla, ho cucinato per 12 persone, poi mi sono messa un bel vestito e ho spento la testa, ho chiacchierato riso e scherzato.
Ieri sono stata fuori casa dalle 11 del mattino alle 8 di sera: un brunch, i regali, la piazza.
Se mi fermo crollo e adesso non lo posso fare.
Ora sono in ufficio, cerco di lavorare e aspetto la telefonata che mi farà capire quando dovrò partire.
Non dico quasi a nessuno cosa mi sta succedendo, che se parlo piango, e invece ho bisogno di parlare di libri e scrittori e robot. Sono paralizzata dalla paura di quello che saranno i prossimi giorni o i prossimi mesi, ma so che saprò affrontarli nella maniera giusta.
So che mi sento forte, ma impotente, ho sensi di colpa da gestire e lacrime da ricacciare i gola. Tutto il resto non conta più nulla, e le cose che fino a una settimana fa mi sembravano importanti non hanno più peso e, paradossalmente, mi sembra di poter risolvere tutti i casini di lavoro e di saper saltar fuori dai casini sentimentali. se poi riuscissi a dormire e respirare senza costringermi a farlo avrei fatto tombola.


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