mercoledì 30 ottobre 2013

In questo momento vorrei poterti chiamare e fare il conto alla rovescia come facevamo prima delle ferie.
Dopo due settimane è la quotidianità il vero inferno. Il non poterti dire che libro ho finito di leggere o quanto adesso tutti mi reputano indispensabile.
Ti parlo, tu mi mandi i segni, ma fa un male cane.

venerdì 25 ottobre 2013

E' passata più di  una settimana dal giorno più brutto della mia vita.
Il dolore mi accompagna sempre, riesco a distrarmi per 4 -5 ore al massimo, ma la sensazione di straniamento e perdita ovviamente non passa mai.
Ci vorrà tempo per fare pace con la perdita e in realtà chi ci è passato mi dice giustamente che questo dolore non passerà mai.
Il vero problema è che non sono stata capace, in tutti questi anni, di crearmi una famiglia mia.
Alla mia età la maggior parte della gente ha un compagno o dei figli, qualcuno di cui prendersi cura.
Invece io posso prendermi cura solo di me ( e di papà), ma non ho obblighi.
E ho un gruppo di supporto stupendissimo, senza il quale sarei andata completamente a pezzi, ma in realtà sono sola e ora non ho nemmeno più la mia roccia.
E devo imparare a convivere con questo.
E con i miei soli strumenti non ce la posso fare.

lunedì 23 settembre 2013

I sedicianni non finiscono ma si evolvono

Ci son poi film che creano aspettative che non trovano riscontro nella realtà.
Che tipo io negli ultimi 3 anni sono andata ai una decina di matrimoni e mai una volta che ci abbia incontrato Hugh Grant (o almeno un single under 70 etero).
Oppure che sono 15 anni che viaggio in treno e mai una volta che io abbia incontrato uno scrittore misterioso che mi chiedeva di scendere con lui dal treno per visitare una città (Prima dell'alba, ovvero più danni della grandine).
E poi finalmente sabato.
Ero invitata a un matrimonio e non avevo molta voglia di andare; invece capito a un tavolo di gente simpatica dove c'è anche uno dei ragazzi più fighi del mio liceo (che quando avevo 16 anni non mi cagava di striscio).
La prima domanda che mi fa è:
"Ma sei da sola perché sei single o perché il tuo fidanzato non poteva venire?"
Da lì è stato tutto un flirt da manuale di matrimonio, con il vino che scorreva, i ricordi di adolescenza, le sigarette finite e scroccate e un primo bacio dato mentre si stava parlando dei sedicianni.
E poi decidere di andare via insieme e girare per la città deserta vestiti come due cretini (da matrimonio) e trovare in un pub (frequentato da sedicenni) un dehor deserto, dove bere una birra e baciarsi ancora con nell'aria l''odore delle patatine fritte.
E tornare a casa oltre le soglie del tardi e del lecito, con un sorriso atomico sulla faccia, e addormentarsi dopo aver ricevuto una buonanotte via sms, anche se ci siamo salutati da 3 minuti.
E non so se continuerà o finirà lì, ma intanto sorrido perché per una volta ho giocato con gusto alla commedia romantica.


lunedì 16 settembre 2013

Sabato sera sono andata a una festa fighissima in un posto fighissimo.
C'erano i candelabri d'argento ed eravamo tutti vestiti eleganti.
Miracolosamente ero anche vicina all'unico etero single ed era pure carino.
Ma non ho flirtato perché non avevo la forza.
Poi arrivata a casa non avevo voglia di dormire da sola, così, per non fare danni, ho provato a scrivere a Coloredelgrano.
Mi a risposto che si è fidanzato.
E così l'ho unito al gruppo di quelli che non è che non si volevano fidanzare, non si volevano fidanzare con me.
(Ok, lì in fondo c'è una vocina che dice che io non mi volevo fidanzare con lui, ma non è questo il punto).
Allora sbuffo e faccio collage con le mie foto migliori e cerco approvazione come una qualsiasi bimbaminkia.
Non andiamo per niente bene.

lunedì 2 settembre 2013

Ho un master in mancanze e nostalgie.
Mi manchi tu, che hai sconvolto le mie notti dal 2006 al 2008, quando ho cominciato a tenere acceso il telefono in attesa del tuo "Dormi?". Tu che ora mi scrivi che forse a fine mesi sei qui e io non mi agito più.
Mi manchi tu, comparso nel 2010 e che sembravi una persona sensata ( e invece no).
Mi manchi tu, che sei cominciato come un gioco e poi mi hai fatto così male, che ancora mi riprendo.
Mi manchi tu, che sei stato "grande amore di vita mia" e che per te ho letto pure il Signore degli anelli.
Mi manchi tu, che mi ai baciata sotto la pioggia in una notte di inverno e mi hai detto per la prima volta le cose che desideravo sentirmi dire ( e poi anche quelle che no).
Mi mancate tutti e spero che stiate bene, prima o poi spero di stare meglio anche io.

lunedì 26 agosto 2013

Ho passato il fine settimana sul divano in un'immobilità quasi totale.
Cioè ieri poi mi sono stirata i capelli, ma è stata l'attività più frenetica dei due giorni.
Sono in una fase in cui non ho voglia di fare nulla: solo stare sul divano senza fare niente del tutto. Al massimo gioco a Candy Crush saga o a Stella Stellina (cit.).
Non sono mai stata così stanca in tutta la mia vita, e la stanchezza è mentale e fisica (ma più mentale).
Vorrei avere 20 anni per avere davanti tutte le possibilità. Vorrei poter piangere su una spalla che non c'è ( e che ho capito che non ci sarà mai). E quella spalla, proprio quella mi fa soffrire, perché anche se ho capito e mi sono rassegnata ho capito che era proprio quella che sarebbe andata a bene per me (le amiche sagge direbbero: se fosse andata bene per te ci sarebbe stata, e avrebbero ragione).
Ma oggi sono triste e stanca.
E oggi vorrei solo poter dire a mio papà: non voglio cominciare i lavori in casa, voglio solo mollare il lavoro, prendermi 4 mesi di riposo e ricominciare ad avere entusiasmo per qualcosa, ma poi: quando sto per iniziare a dirgli queste cose le parole mi si gelano in gola e restano lì, a fare il famoso Ovosodo che non va nè su nè giù.

martedì 20 agosto 2013

Quest'anno ho fatto pochissime vacanze.
Infatti avevo solo due settimane di ferie e in più ho passato la maggior parte del tempo a casa, là dove c'era bisogno di me.
Ma poi gli altri 5 giorni li ho passati al mare a casa della Plett.
Ecco 5 giorni mi hanno rimesso al mondo. Il lettino, le mangiate dall'Olga (che voi non lo sapete, ma la gastronomia dell'Olga è uno di quei posti dove il mondo non ti sembra un brutto posto dove vivere), i mille libri, i discorsi delle vicine di lettino da ascoltare di nascosto per poi riderne, il bagnino poco più che maggiorenne che quasi si scusava quando ci doveva cacciare via, la granita chimica,  i cocktail al fico e alla maracuja, le mangiate di pesce e le chiacchiere e i discorsi seri.
E la Plett, che è una mamma gatta severa ma giusta (cit.), che mi dice le cose (anche quelle che non mi vorrei sentire dire) e che si arrabbia più di me quando qualcuno mi fa star male. Che ora sapete, lei non scrive più perché è felice e perché la scrittura onlain apparteneva a un'altra fase della sua vita (che per fortuna è passata), ma è sempre la stessa Plett: bionda, cazzafrulla e nazista, e ha in più una gioia negli occhi che mette allegria e fa sperare.
E io queste cose non gliele mai dal vivo, che non ci piace lo smielo, ma oggi nel grigiore dell'ufficio, con un po' di giramento di scatole guardo la pelle abbronzata e mi sento meglio e so che senza i cinque giorni appena passati starei già tirando le testate nel muro.

mercoledì 3 luglio 2013

Anni zero (cit.)

Ho mandato un messaggio.
Un messaggio vero: un sms.
"Come negli anni zero" ha commentato la Plett.
Aspetto una risposta senza guardare compulsivamente l'ultimo accesso su wa.
Trattasi di messaggio buffo e scanzonato, con una domanda semplice: Ti va una birra?
(la risposta giusta sarebbe, Sì certo)
Che questa volta sarebbe carino conoscere una persona fuori dalle mura di una casa, perché "non ci dobbiamo mica nascondere".
Perché in questi giorni a Firenze c'è una luce bellissima e secondo me sarebbe bello conoscersi meglio guardando il tramonto sull'Arno, con il cielo che diventa rosa e l'aria che sa di gelsomino.
Io aspetto una risposta e ti aspetto con calma, tu cerca di dare la risposta giusta.

lunedì 1 luglio 2013

In questo periodo sono assoluta.
O sei dentro o sei fuori dalla mia vita.
O ti pigli il pacchetto completo, con il magone della domenica, il bisogno di distrarmi e la necessità di lasciarmi andare, o te ne vai prima di subito.
Non ho voglia di giochini e giochetti.
Ho voglia di sentirmi cercata e non stare a lambiccarmi il cervello su cosa fare per essere quella che tu vuoi.
In questo momento io sono io: non sono mai stata così bella, ma nemmeno così fragile.
Non ho forze per combattere o per stare sul filo.
Vedi di non farmi male, che in fondo sembri una brava persona.

mercoledì 26 giugno 2013

Tanti auguri a me

Un anno fa mi sono messa a dieta.
Sono entrata nella zona e non ne sono più uscita.
All'inizio sono state le bestemmie e la fatica. 
Un mese senza pasta e senza pane.
Le partite degli europei mangiando insalate di zucchini, mentre tutti mangiavano la pizza.
In un anno ho peso più di 20 kg e sono entrata in una 2 (con incursioni nella 40).
Mi sento veramente bene.
Cioè non bene in assoluto, ma almeno bene quando mi metto in costume, che è già molto.
Oggi mangio normale e i carboidrati cattivi vivono e lottano insieme a me, ma bilancio e mi controllo e non faccio più fatica.
e sono dove mai avrei creduto, quindi oggi mi celebro e sorrido.

lunedì 17 giugno 2013

Quanto è vero che non ci si rende conto dei momenti in cui si è felici?
Se io ci ripenso io a inizio dicembre ero felice: ero dimagrita, ero incasinata sentimentalmente (ma non così tanto), ma soprattutto ero ancora inconsapevole di tutto quello che sarebbe successo dopo.
E non passa giorno (o notte) in cui penso che darei qualsiasi cosa per tornare a quel momento brillante, perché mi manca ogni giorno poter respirare bene e non avere paura del futuro, o almeno ad avere una paura normale e non quell'ansia costante che ho ora.
Darei qualsiasi cosa per tornare a poter essere solo figlia, a poter raccontare a mamma i casini di lavoro e a poter programmare vacanze e w-e senza voler essere a una distanza di meno di tre ore da casa.
Perché quello a cui non sei preparata quando succedono queste cose è il blocco costante piantato sullo sterno, è il pensiero costante, è l'ansia tutte le volte che suona il telefono, sono lo sfinimento e il senso di colpa per non esserci abbastanza.
E in questo groviglio di pensieri realizzi che c'è stato un tempo di felicità, ma non lo sapevi e allora ti imponi di guardare il cielo e di trovare in ogni giornata faticosa ( e di merda) che ti capita un momento decente. E a fare una foto.


martedì 4 giugno 2013

Non mi manchi più.
Lo posso dire con serenità.
Vero è che non ci sei mai stato, ma mi è passata la voglia di chiedermi come sarebbe stato.
Oggi c'è il sole e riesco a sorridere, poi ci saranno altri giorni di pioggia, in cui mi verrà da piangere senza riuscire a fermarmi, ma nella (poca) serenità e nei (molti) magoni di questi giorni non ho mai avuto voglia di cercarti, e questo mi sembra tantissimo.

martedì 28 maggio 2013

In questo momento ho un desideri irrealizzabile: vorrei un letto enorme con piumino e cuscini di piuma, vorrei mettermi a dormire e dormire per 3 giorni di fila.
Vorrei svegliarmi e scoprire che in mia assenza tutte le menate di lavoro si sono magicamente risolte.
Che non devo più sciogliere una serie di nodi e che tutto andrà bene.
poi vorrei anche che mamma stesse di nuovo bene, tipo per un'intera settimana e non a giorni alterni.
E poi vorrei te, ma di tutte le cose mi pare la più irrealizzabile.

venerdì 24 maggio 2013

La preoccupazione è il famoso ovosodo che non va né su né giuù.
Dopo la disperazione, il dolore, la pseudoaccetazione è arrivato il sollievo per le buone notizie.
Poi il sollevo passa e ritorna la preoccupazione, sempre un po'costante.
E so che lei mente, perché papà, quando è da solo, mi dice che lei si sente stanca e depressa, ma non vuole gli antidepressivi.
E sta dimagrendo di nuovo, e non è mai stata così poco contenta di una cosa del genere.
Io sono stritolata dalla preoccupazione e dal senso di colpa di non essere abbastanza presente.
E poi sono stanca, davvero stanca e poi mi pare che ora che la cosa non è più fresca non sia più il caso di parlarne, perché dovrei averci fatto i conti, mentre invece non è così.
Domenica l'ho vista proprio male e questa settimana non ho mai davvero dormito bene e non ho mai davvero respirato e ora, alla vigilia di una nuova partenza, mi sento addosso 100 anni e tutta la fatica del mondo.
E in più puoi solo serare che non finisca, perchè può solo finire male.

giovedì 2 maggio 2013

Sono fatta male.
Quando qualcosa non va come vorrei, invece di rendere il toro per le corna mi incupisco e mi viene da far la vittima.
Per fortuna mi conosco da ormai 27 (ehm) anni e quindi riconosco il meccanismo e lo so controllare.
Oggi sul lavoro è successa una cosa che mi fa molto arrabbiare e mi ferisce, ma non ho voglia di affrontare la persona che mi ha ferita perché le alternative sono due:
- o la cosa è stata fatta con leggerezza e allora ci resterei male per la noncuranza da parte di una persona che  mi butta addosso un sacco di pippe emotive e lavorative e dice di sapere sempre come stanno le persone;
- o la cosa è stata fatta volontariamente per punirmi per alcuni errori dovuti al fatto che sto facendo il lavoro di 4 persone;

in entrambi i casi non starei meglio.



lunedì 22 aprile 2013

Ho quasi paura a dirlo, ma credo ci siano notizie abbastanza buone.
Pare che le analisi fatte dalla mamma mostrino che risponde bene alle cure (l'erba cattiva è rsistente, dice mio babbo, con nella voce un'allegria che non sentivo dal maledetto 15 dicembre).
Cerco di non essere troppo ottimista, che il percorso non è né facile, né a esito positivo: però si è accesa una piccola lucina, che seguo con insistenza.
Voglio sperare con forza e determinazione (la stessa con cui continuo la zona), voglio pensare  che ci saranno pomeriggi di sole a raccontarci i segreti, ma anche a litigare, perché se si litiga e si discute vuol dire che si sa che si ha il tempo per fare la pace.
Voglio pensare di poterla avere di nuovo a Firenze a giudicare la mia vita e vorrei nel frattempo avere anche io qualche buona notizia da darle, anche se ora mi sa che siamo lontani.
Ma la speranza fa respirare e il sole splende ed è finalmente primavera.

venerdì 5 aprile 2013

Programmi per la serata

Visto che la giornata di oggi si sta rivelando un vero calvario (per il lavoro) mi sogno solo questo:
arrivare a casa, disfare la valigia (son tornata martedì ma piglio sempre le cose in lungo), farmi una doccia bollente di circa 20 minuti, prepararmi un litro di tisana alla menta e rimettermi in pari per The Good Wife.
Prima, in un impeto immotivato di generosità ho offerto ospitalità a collega in piena crisi coinquilinica.
Ovviamente sto incrociando anche i peli del naso perché lei rifiuti.
Persona orribile. Lo so.

martedì 26 marzo 2013

Cose che mi merito/ Cose che non mi merito

Cose che mi merito

- Una giornata di sole seduta ai tavolini del locale del cuore in piazza a bere birrette e a far delle chiacchiere
- Una giornata al mare
- Una chiamata inaspettata
- Buone notizie in generale
- La BB cream di Dior che ti fa figa in due mosse

Cose che NON mi merito

- i casini di lavoro
- le attese inutili
- le mancate risposte
- la pioggia in bicicletta

(Ovviamente del primo elenco ho solo la BB cream, del secondo 4 su 4)

lunedì 18 marzo 2013

Ho avuto un momento di autonarcisismo spinto: mi son messa a guardare le vecchie foto, quelle dove non avevo zigomi e mi sono sentita figa per 5 minuti.
Dopo 8 mesi ho degli zigomi, una vita e la gente mi guarda stupita.
E io mi sento terribilmente bene.
Un'amica, che non mi vedeva da luglio, mi ha detto "Uh, pari un uscio", un'altra che non mi vedeva da settembre mi ha chiesto se avevo intenzione di sparire.
Non sono così magra, intendiamoci. Diciamo che ora sono formosa e "rotondetta", ma piacevolmente rotondetta.
Devo rifare il guardaroba quasi in toto ed è anche divertente e devo anche decidere quali vestiti della vecchia me provare a far risistemare, che sabato ho provato un vestito di due anni fa che mi stava da dio e ora paro un'orfanella di seconda mano. Per tacere del trench che mi stava perfetto e che ora potrebbe essere usato come tenda.
Insomma, appena viene il bel tempo comincio con lo sciopping. Non vedo l'ora.

martedì 12 marzo 2013

E alla fine ti abitui.
Ti abitui a riorganizzare la tua vita intorno al dolore e alla sofferenza.
Ti abitui a prendere mille treni, al magone della domenica pomeriggio, a non sapere mai cosa succederà il giorno dopo.
Se devo (e lo voglio fare) trovare qualcosa di positivo in questa situazione, è il rapporto che sto creando con  mio babbo.
Dopo un'adolescenza di conflittualità, ci eravamo diventati simpatici, ma ora il nostro rapporto sta diventando più profondo.
Lui è meraviglioso: ha imparato a chiedermi aiuto e si fida di me (si è sempre fidato, ma ora c'è qualcosa di diverso).
Il fatto è che sappiamo di essere soli. sappiamo che dobbiamo farci forza per lei. E ci stiamo riuscendo in un modo che ha del miracoloso.

lunedì 4 marzo 2013

La prima fase dopo la scoperta della malattia della mamma è stata frenetica. Una volta tornata a Firenze uscivo tute le sere, non riuscivo a stare da sola e sentivo di avere bisogno costante delle "mie persone".
La seconda fase è peggio.
diciamo che sento il bisogno di stare da sola tantissimo, sento il bisogno di piangere dopo ogni telefonata, dove la voce di mamma è flebile, ma cerca di fingere e quella di papà è sempre più stanca e rotta.
Il fatto è che all'inizio avevo una qualche speranza che le cose potessero andare meglio, mentre ora so che peggioreranno solo, con al massimo qualche squarcio di luce, che non dura più di un giorno.
So che mamma sta insegnando a papà a cucinare e lui mi racconta fiero i progressi: io mi sento male,  perché non sono pronta a perderla. E non sono pronta a niente, se non a piangere senza riuscire a fermarmi, perché fa troppo troppo male.


giovedì 21 febbraio 2013

Penso con nostalgia alla mia vita fino a due mesi fa.
Penso a quando la malattie era già entrata nella nostra vita e non lo sapevamo.
Ero fiera dei miei chili persi e della bicicletta presa.
Avevo il cuore in subbuglio per un possibile viaggio a NY e mi ero (quasi) liberata del rancore verso Roger.
La notizia della malattia di mia mamma è stata la peggiore mazzata che mi sia mai capitata e darei qualsiasi cosa per tornare indietro a due mesi fa.
Purtroppo è una cosa impossibile e quindi sto qui, cercando di tenere insieme i pezzi, senza riuscire a respirare. 

lunedì 18 febbraio 2013

Il fatto è che ogni giorno avrei voglia di scriverti, dicendoti che in realtà ho fatto una cazzata a dire che non ti voglio più vedere, ma poi so che è la cosa giusta. Non che questo mi faccia sentire meglio.
Vorrei provare a convincerti che sarebbe bello rischiare, ma so che non lo farai quindi risparmio il fiato e l'energia, che in sto periodo mancano.

venerdì 15 febbraio 2013

Ci sono quelli che capiscono. ce non ti chiedono nulla, ma sono lì. basta uno sguardo. e loro sono le mie persone.
Poi ci sono quelli che proprio no, che fan domande e che non capiscono che vuoi solo parlare di san remo e di stronzate.
Perché sei in quella fase in cui il dolore è solo tuo e vuoi gestirtelo in silenzio o scrivendo qui, dove ti pare di essere sola, dove puoi piangere e disperarti.
E ci sono addirittura momenti in cui ti sembra di aver accettato tutto. e sono i peggiori, ma anche i migliori.
comunque vuoi solo silenzio.

mercoledì 13 febbraio 2013

Non voglio più essere saggia. Non voglio più essere razionale. Non voglio più essere forte.
Voglio solo piangere e piangere.
Non voglio rispondere alle domande.
Voglio solo che qualcuno (sì qualcuno in particolare, porca puttana ladra) mi abbracci e mi dica che andrà tutto bene.
E invece lo so che non andrà tutto bene e che ci saranno a da abbracciarmi le meravigliose amiche che non mi lasciano mai sola, ma non ci sarà chi avrei voluto che ci fosse.
Ma solo perché sono una cretina da competizione. ma la cosa non è consolante.
Stanotte ho fatto un sogno bruttissimo e vivido e mi sono svegliata con il cure che batteva a mille e oi avevo i crampi alla pancia e non respiravo. E in quello stato pensavo che avrei voluto avere lì quel qualcuno e la decisione di tagliarlo fuori mi è sembrata saggia, ma dolorosa al tempo stesso.
Non pensavo si potesse stare così male. E invece.

venerdì 8 febbraio 2013

La prima volta che ho pianto ieri sera è stato mentre facevamo l'amore. Ora lo so che può sembrare una cosa di sfumature di stocazzo, ma c'è stato un momento così intenso e condiviso che mi sono uscite le lacrime e mi è mancato pure il fiato. E poi mi hai guardata hai sorriso e hai asciugato la mia lacrima con un bacio.
La seconda volta che ho pianto è stata quando mi hai chiesto di mia mamma: è un argomento che mi fa sempre un po' piangere e allora mi hai coccolata, mi hai asciugato la lacrima con un dito e poi hai detto qualcosa di scemo, così ho riso.
La terza volta che ho pianto è stata quando ti ho salutato dopo averti detto che non ti volevo più vedere, perché abbiamo iniziato come un gioco e ora non lo è più e non posso farmi male. E non posso chiederti di occupare un posto che non vuoi (perché se volessi, lo potresti fare) occupare.
Non ho pianto mentre ti parlavo, ma ho pianto dopo averti baciato, perché ho avuto la percezione netta di quello a cui stavo rinunciando per il mio bene.
Mi hai asciugato la lacrima (piangevo a lacrime singole) e mi ai detto "Non fare così"., ma sembravi un po' scosso anche tu e poi te ne sei andato (e li poi ho ripianto, ma non c'eri più tu ad asciugarmi le lacrime).
La perfezione della serata di ieri, con tutto il suo struggimento, non lascia un dubbio sulla mia decisione. Perché adesso non ho bisogno di perfezione sporadica, ma di imperfezione continua.

giovedì 7 febbraio 2013

Sono stanca oltre ogni dire.
E sì che stanotte ho dormito ben sette ore sette (grazie Melasinup, sei la mia nuova BFF).
Ieri mamma al telefono mi ha detto "papà dice che sei taumaturgica"; e io mi sono sentita da un lato felice e dall'altro tormentata dai sensi di colpa.
Dovrei forse andare più spesso su?
Ogni due settimane è troppo poco?
le mie qualità taumaturgiche rimarrebbero tali se mi vedesse tutti i venerdì?
E io avrei la forza di sopportare tutte le domeniche il blues della domenica in treno, con il cuore straziato e lo stomaco chiuso e nessuno che mi aspetta al binario?
Intanto sabato parto e sto fino a martedì mattina. Non è tanto, ma è qualcosa: sono colazioni apparecchiate e chiacchiere sul terrazzo e libri, telefilm polizieschi guardati a letto e cercare di risolvere il rebus della stampa (non ci riusciamo mai).
insomma, cerchiamo di vivere e respirare e domani è un altro giorno (come diceva quella là).


mercoledì 6 febbraio 2013

Stanotte ho dormito 4 ore.
Mi sono addormentata alle 2 e alle 6 ero in preda all'ansia e ai pensieri.
Mi mancava il fiato. Provavo a leggere e mi si chiudevano gli occhi, ma spegnevo la luce e mi svegliavo continuamente.
La sensazione fisica è quella di un masso sul petto e sulle spalle, dal peso variabile, che ogni tanto ti fa lo scherzone di diventare più leggero solo per poi diventare più pesante di nuovo.
Sabato torno a casa e so che vedrò mia mamma più magra, più stanca, più sofferente. E ho paura.
Paura di non essere abbastanza forte per sostenerla, paura di farmi vedere debole. Mi ripeto come un mantra: ogni giorno è un regalo, dille tutto quello che vuoi che sappia, e magari inventati anche qualche bugia innocente, per farla essere più serena. Dille che Coloredelgrano è tornato, ma non dirle che non è più Coloredelgrano; cerca di ritrovare quello sguardo che avevi a natale quando ti ha chiesto: ma sei innamorata?
Dille che stai cercando in tutti i modi di essere felice, ma non dirle che la tua strada per la felicità è piena di risoluzioni dolorosissime.
Cerca di essere la versione forte e serena di te stessa, perché questa è l'unica cosa che puoi fare.


lunedì 4 febbraio 2013

Ho passato quasi 24 ore con Coloredelgrano.
Che è arrivato a casa mia alle 8.30 di venerdì sera ed è andato via alle 8 di sabato.
Tutto bellissimo: il sesso, le coccole, le risate, mangiare, dormire profondamente.
E però in 24 ore non ho trovato lo spiraglio per dirgli di mamma e non so questo cosa voglia dire.
Cioè lo so: lui a fine mese riparte per un anno e io non so se ho voglia di accollarmi la struggenza di una nuova partenza.
Non so quanto mi farebbe bene in questo momento. Non so se sia meglio vederlo il più possibile, con il rischio di spaccarmi in due quando se ne va, o se tanto niente può spaccarmi in due in questo momento.
cambio idea velocemente, e così umore. ma credo che in quest momento sia l'unica cosa che posso fare: seguire solo i miei bisogni e andar dietro ai cambi d'umore come ai venti quando si naviga col vento forte.
Questo non è il migliore dei mondi possibili, ma è l'unico che abbiamo, quindi non resta altro da fare che adattarci, cercando di non stare troppo male.
Intanto però oggi il magne è piantato in gola e non va nè su nè giù.

venerdì 1 febbraio 2013

E c'è che è tornato Coloredelgrano, ma ancora non ci siamo visti.
Ho voglia di vederlo? Sì.
Ho voglia di parlargli di tutto quello che sta succedendo? Non lo so.
Farò come al solito, che se non mi fanno domande dirette non dico nulla e che se mi fanno una domanda che suscita qualcosa parlo.
(che poi la domanda a volte è anche solo come stai?)
Sono curiosa di rivederlo. ma ho paura, paura che in questi mesi quella sintonia che avevamo raggiunto non ci sia più. paura che la sintonia ci sia ancora e che lui mi dica che tra due settimane riparte. Paura che mi dica che rimane e che non mi vuole. Paura che mi dica che rimane e che mi vuole.
Insomma: in testa mille pensieri e nessuno sereno.
Cheppalle.


lunedì 28 gennaio 2013

Ieri sera in treno avevo il magone (i magoni da domenica pomeriggio in treno sono 1000 unti di magone, così senza fatica) e pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto mandarti un messaggio e dirti:
mi vieni a prendere in stazione che sono triste?
E sapevo che non potevo farlo perché eri da un'altra parte, con altri impicci.
E allora ho deciso che, nonostante la pancia e i sorrisi sbagliati, ti taglio fuori.
Perché fino a che mi accontento di cose a metà non avrò mai la cosa intera.

mercoledì 23 gennaio 2013

Dopo giorni e giorni di cose pese parliamo di una cosa bellissima.
Oggi indosso un paio di jeans nuovi.
Taglia 28.
Cioè lo so che l'esteriorità non è tutto e che le cose importanti sono altre, ma essere riuscita in 6 mesi a perdere 3 taglie e un numero imprecisato di chili, pur continuando a magiare e a stare bene, mi fa sentire forte.
Guardo le mie foto dell'anno scorso (o di due anni fa) e poi guardo le foto di oggi e non sembro neance la stessa persona. Ho una vita, degli zigomi, arti del corpo che rima erano sepolte da uno strato di grasso malsano.
Non avrei mai creduto di essere una di quelle ce ce la fanno, e invece si. E quindi oggi si festeggia.

lunedì 21 gennaio 2013

Nonostante il momento triste, faticoso e che non augurerei al mio peggior nemico, mi sento fortunata perché:
- i miei amici hanno trovato il modo giusto di starmi vicina, mi fanno uscire, ridere e non fanno dmande. Poi nel momento in cui ho bisogno di parlare ascoltano con pazienza e sorrisi. Io non so proprio come ho fatto a meritarmi delle persone così;
- i capi al lavoro sono tutti estremamente disponibili e comprensivi e di questi tempi è tantissimo;
- mia mamma ha la forza di una roccia e la leggerezza di una piuma e questo aiuta anche noi oltre ogni dire;
- venerdì sera ho avuto un'iniezione di fiducia nel karma e nel genere umano: mi è caduto l'ai-blonde per strada, non si è rotto, il tizio che l'ha raccolto (il signor Angel, true story) ha fatto in modo di trovarmi e me l'ha riconsegnato senza volere nessuna ricompensa.
Visto tutto ciò sorrido e vado avanti che per il dolore e le lacrime ci sarà tempo (anche se non sapere quanto un po' mi blocca il respiro).

lunedì 14 gennaio 2013

Da un mese la mia vita è cambiata.
Era già cambiata prima ma non lo sapevo.
Ci sono parole che è difficilissimo dire.
Tumore.
Perché se lo dici è vero.
E poi aggiungi una serie di parole:
mamma, chemioterapia, incurabile, cure palliative.
Ho imparato nuovi termini, me li sono fatti entrare sotto la pelle, in testa e in gola e ora riesco a dirli senza scoppiare a piangere tutte le volte.
Chi mi sta intorno mi dice che sono brava, che ho una forza incredibile, ma io non mi sento brava. Mi sembra solo che ogni giorno che sento mia mamma e che parliamo di libri e di stronzate sia un giorno in più e che quindi devo essere contenta, anche se poi mi faccio il mio pianto sconsolato e non rabbioso.
Il momento peggiore è la domenica pomeriggio in treno, quando torno alla mia vita, fatta di lavoro, amici, sciocchezze, una vita in cui sorrido anche, perché non posso smettere di vivere e non posso farmi travolgere dal dolore.
In fondo è lei la prima che lo fa: mentre riempie la lavastoviglie e io le dico  "faccio io" lei mi dice "Non sono mica malata" e poi ridiamo come se avesse detto una cosa divertentissima.
Poi ci sono i momenti di lacrime, ma cerchiamo di essere tutti forti e la cosa tremenda e bellissima e che ce la facciamo pure, però a volte vorrei credere in Dio, per poterlo insultare.

giovedì 10 gennaio 2013

Ci sono giorni che va meglio e giorni che va peggio.
Oggi è un giorno che va peggio.
Ieri mi sentivo stranamente serena, nonostante le pessime notizie,  invece oggi sto veramente malissimo.
Ho il magone e vorrei solo dormire e non pensare a niente.
Vorrei svegliarmi e scoprire che è stato tutto un brutto sogno  e che non sto affrontando tutto questo.



mercoledì 2 gennaio 2013

E poi i tuoi peggiori timori sono confermati. E pensi che dovrai imparare tutto da capo, che non sei pronta e che daresti qualsiasi cosa per svegliarti domani mattina e vedere che è stato tutto un terribile incubo.

martedì 1 gennaio 2013

In questi giorni dolorosi e difficili, in cui devo combattere anche solo per rimanere a galla, sto però vedendo il vero amore, tipo quelli dei film. E la cosa mi strazia ancora di più.