lunedì 14 gennaio 2013

Da un mese la mia vita è cambiata.
Era già cambiata prima ma non lo sapevo.
Ci sono parole che è difficilissimo dire.
Tumore.
Perché se lo dici è vero.
E poi aggiungi una serie di parole:
mamma, chemioterapia, incurabile, cure palliative.
Ho imparato nuovi termini, me li sono fatti entrare sotto la pelle, in testa e in gola e ora riesco a dirli senza scoppiare a piangere tutte le volte.
Chi mi sta intorno mi dice che sono brava, che ho una forza incredibile, ma io non mi sento brava. Mi sembra solo che ogni giorno che sento mia mamma e che parliamo di libri e di stronzate sia un giorno in più e che quindi devo essere contenta, anche se poi mi faccio il mio pianto sconsolato e non rabbioso.
Il momento peggiore è la domenica pomeriggio in treno, quando torno alla mia vita, fatta di lavoro, amici, sciocchezze, una vita in cui sorrido anche, perché non posso smettere di vivere e non posso farmi travolgere dal dolore.
In fondo è lei la prima che lo fa: mentre riempie la lavastoviglie e io le dico  "faccio io" lei mi dice "Non sono mica malata" e poi ridiamo come se avesse detto una cosa divertentissima.
Poi ci sono i momenti di lacrime, ma cerchiamo di essere tutti forti e la cosa tremenda e bellissima e che ce la facciamo pure, però a volte vorrei credere in Dio, per poterlo insultare.

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